Bere acqua di montagna
Arrivare in quota, dopo una passeggiata faticosa, godersi il panorama e bere l’acqua del torrente che scorre accanto al sentiero: il sogno di ogni escursionista. Ma è veramente sicuro? In realtà, quello dell’acqua di montagna purissima è uno stereotipo: le acque superficiali, infatti, possono essere contaminate da Escherichia coli o rotavirus, responsabili di spiacevoli disturbi intestinali.
Se è proprio impossibile riuscire a resistere alla tentazione di bere l’acqua di montagna, è comunque bene adottare alcuni accorgimenti.
Il primo consiste nel verificare la posizione di eventuali centri abitati: in presenza di insediamenti a monte del corso d’acqua o della sorgente, infatti, aumenta sensibilmente la probabilità di inquinamento microbiologico.
La seconda variabile da considerare è rappresentata dalla presenza di zone adibite a pascolo: con gli animali il rischio di contaminazione organica è concreto. Valutare la posizione di un alpeggio è più complesso che valutare quella di alcune abitazioni. Possono essere d’aiuto la vegetazione – più è ricca, più è probabile che intorno ci sia un pascolo – ed eventuali baite o malghe. Inoltre, una volta superata la quota di 2.500-2.700 metri sul livello del mare, considerata limite per le presenza di aree di pascolo, l’escursionista può bere l’acqua di montagna con maggiore tranquillità.
Anche la provenienza dell’acqua è un fattore da valutare: all’acqua da ruscelli o torrenti è sempre meglio preferire quella da sorgente d’alta quota, da fontana e da neve o ghiacciaio.